l’IMMIGRAZIONE è oppure no una RISORSA?

Il nostro Ettore ci propone uno spunto molto importante circa il tema dell’IMMIGRAZIONE (che qui suddivideremo in 3 parti) . E’ doveroso porsi il problema perché stà modificando radicalmente la nostra società italiana non solo nelle sue dinamiche relative ai rapporti umani ma anche per gli aspetti economici, politici, ecc. che essa condiziona.

A Voi la lettura ed i commenti,

f.to Pietro Luigi Crasti

 Ia. parte

QUALCUNO DICE CHE L’IMMIGRAZIONE E’ UNA RISORSA. MA…SIAMO SICURI?

 Finalmente qualcuno se n’è accorto: forse gli immigrati non sono quella risorsa che qualcuno vuol farci credere che siano!Anzi, se guardiamo bene a fondo c’è il rischio di scoprire che sono un costo e neppure piccolo oltre che, non raramente, un problema: i dati sulla composizione della popolazione carceraria parlano chiaro.

Nonostante tutto questo, sinistra e cattocomunisti continuano  ad insistere sull’apporto culturale e sull’utilità dell’immigrazione, senza poi neppure tentare di spiegare in cosa consistano l’uno e l’altra.

Ma torniamo alla cosiddetta utilità dell’immigrazione…talmente utile che Stato, Regioni, Provincie, Comuni ed ASL devono spendere i nostri soldi anche per tradurre la cartellonistica degli uffici pubblici, istruzioni di vario genere, eccetera. A me – che da una vita giro il mondo per lavoro – al massimo è capitato che qualche venditore del bazar di Istanbul mi abbia detto, mostrandomi qualche prodotto: “Italiano, viene qui. Vuoi pashmina per tua dona? Belo pashmina: venti euro”, ma niente di più e, lasciatemelo dire, forse dovrei sentirmi discriminato.

Folklore ottomano a parte, su Il Giornale del 29 dicembre 2009 è apparso un articolo di Gilberto Oneto che dice che gli immigrati regolari residenti in Italia avrebbero inviato all’estero 4,5 miliardi di Euro nel 2006 e ben 6,0 miliardi nel 2007; probabilmente nel 2008 e nel 2009 le rimesse si sono ridotte a causa della crisi, ma il concetto non cambia ed è quello che conta. In pratica gli immigrati regolari guadagnano una certa quantità di denaro sulla quale si suppone che paghino le tasse e poi una parte di quel denaro la mandano all’estero; si suppone lo mandino alle famiglie nei rispettivi Paesi d’origine, ma si sa che parte di quel denaro finisce a sedicenti associazioni di beneficenza il cui unico beneficiario è il terrorismo islamico.

Senza voler dare peso alle mie “congetture” ( di sicuro qualche anima bella le bollerà come tali) sulla destinazione di parte di quei danari -ma poi lo dicono i servizi segreti di vari Paesi ed io mi limito a ripeterlo-, il tutto sembra essere perfetto. Ripeto: sembra.

Permettetemi di dire che di perfetto in quel meccanismo c’è solo la facilità con cui si fa uscire ricchezza dal nostro Paese e vi spiego il perché. Innanzitutto non c’è niente di male nello spedire denaro, se onestamente guadagnato, alla propria famiglia lontana e dopo aver pagato le tasse; per questo l’unico trasferimento di denaro consentito dovrebbe essere proprio verso la famiglia, altrimenti viene a cadere il teorema dell’emigrante bisognoso…e allora che ci racconteranno le anime belle?!

Per fare le cose al meglio, però, occorrerebbe che le Rappresentanze Diplomatiche Italiane nei Paesi d’origine degli immigrati che inviano denaro dall’Italia si facessero carico di controllare, assieme alle Autorità locali, che quel denaro arrivi alla giusta destinazione senza prendere “altre strade”.Non credo ci sia niente di male: dopotutto si tratta di ricchezza di provenienza Italiana che esce dal Paese. Forse che se io facessi ripetuti trasferimenti di denaro ad uno zio emigrato in Argentina e in difficoltà economiche, lo Stato Italiano non mi controllerebbe? Poiché sarei lieto di ricevere tale attenzione dallo Stato Italiano, non vedo perché non si dovrebbe fare altrettanto nel caso di immigrati, tanto più se appartenenti a gruppi etnici dove si annida il germe del terrorismo.

“Non si può fare di ogni erba un fascio!” tuonerebbero sinistra politica ed ecclesiastici falce-e-martello, ma allora è inutile mandare truppe a contenere la pericolosità e la tracotanza di Al Qaeda se non si fa tutto, ma proprio tutto per tentare di isterilire almeno economicamente la mala pianta della assurda “guerra santa” dichiarata all’Occidente, no?! E’ ovvio che ci sarà sempre il solito giornalista che tirerà fuori dal cappello a cilindro un’intervista con foto foto della famiglia straniera in attesa dei danari dal congiunto per tirare avanti, ma ormai ci siamo abituati e credo che chiunque sa che prendere qualche sana precauzione non è certo un peccato mortale per cui la “famiglia in attesa” potrebbe aprire un conto sul quale verrebbero depositate le somme trasferite ed al quale possano avere accesso le Autorità locali per gli auspicabili controlli del caso.

Poi c’è l’aspetto economico.

Tutti sappiamo che agli immigrati sono riservate quote enormemente superiori alla loro presenza numerica nel Paese quando si tratta di assegnare scuola materna gratuita, asilo infantile gratuito, abitazioni popolari pagate coi nostri soldi e quant’altro. Questo razzismo a rovescio fa schifo e quegli amministratori locali che lo sostengono e lo praticano dovrebbero seppellirsi (in senso figurato, per carità) per la vergogna di tanta parzialità, ma per ora facciamo finta di niente e proseguiamo.

Ecco, ciò che voglio dire è che non capisco perché si debbano regalare tutte queste facilitazioni che, comunque, qualcuno paga, e poi consentire anche ciò che per noi cittadini Italiani è comunque reso più complesso e cioè l’esportazione di valuta.

Intendo dire che la “ricchezza” che viene eventualmente esportata dagli immigrati è frutto, oltre che del lavoro svolto, anche dell’aiuto (e anche questo qualcuno lo paga!) che viene fornito. Da troppe parti, minoritarie quanto rumorose, si dice che è necessario dar lavoro agli immigrati così come dar loro anche facilitazioni che valgono tanti bei soldoni; il tutto a spese degli Italiani!

Ditemi voi che senso avrebbe che il proprietario di un campo lo prestasse  qualcuno in uso gratuito, che fornisse altrettanto gratuitamente i semi, il concime, gli anticrittogamici, l’acqua e il trattore e poi, alla fine, che il raccolto venisse portato via da da chi ha già “avuto tanto”.

O no?!……(fine Ia. PARTE, continua)

l’IMMIGRAZIONE è oppure no una RISORSA?ultima modifica: 2010-01-02T15:19:00+01:00da plcrasti
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3 pensieri su “l’IMMIGRAZIONE è oppure no una RISORSA?

  1. Piu’ che degli immigrati mi preoccuperei degli imprenditori ke portano il lavoro all’estero.
    Non ci sara’ piu’ un’azienda qui’ in Italia se andiamo avanti cosi’.
    Oltre ai tanti disoccupati 40- 50enni ke si aggiungono ai nostri disoccupati giovani.
    Io la vedo molto grigia, e voi?

  2. @Liliana: un problema non esclude parlare dell’altro problema, altrimenti via di questo passo smetteremo tutti di ragionare e dibattere perché individueremo sempre qualcosa di più grave, di prioritario, di più importante di cui parlare.

    Quella sollevato da ETTORE è una grande questione, non solo italiana, relativa ai tanti, tantissimi immigrati che sono giunti, vivono e lavorano sulla nostra penisola. Guai a noi sottovalutarne le conseguenze sociali, economiche e politiche. La nostra società stà subendo uno stravolgimento notevole, ogni cittadino – giovane o meno – famiglia – grande o piccola – stanno confrontandosi duramente con tali nuove realtà.

    Vi invito a leggere attentamente la parte 2a. e 3a. che pubblicherò a breve su questo blog, scritte sempre dal nostro Ettore.

  3. Liliana ha ragione! Il problema della delocalizzazione è serio ed è una spada di Damocle che pende sulle teste di tutti. Rendiamoci conto, però, che il problema ha tre cause:
    1) Il costo del lavoro in Europa che è esagerato: l’Italiano che si mette in tasca 1000 euro al mese costa alla sua azienda qualcosa come circa 30.000 euro all’anno. Neppure in Paesi della “nuova Europa” come la Romania è più conveniente come una volta far costruire, ad esempio, carpenteria metallica. Se il vantaggio per le ditte Rumene si è esaurito con l’entrata della Romania nella EU, un motivo ci sarà: meditate, amici.
    2) Il mercato non è più in grado di assorbire l’eccesso di produzione (necessario per produrre a costi convenienti) delle aziende di molti settori. Anni fa si addolciva il problema scaricando l’eccesso di produzione in mercati utilizzati come il bidone della spazzatura dell’Europa più ricca; mi riferisco ai mercati dell’Europa dell’Est, ma la baldoria è finita anche lì e quindi bisognerebbe produrre molto di più per essere competitivi ma anche molto di meno perché non si vende più come un tempo! Curiosa equazione, no?!
    3) In Europa entrano troppi prodotti, di produzione Cinese, di basso prezzo e, in generale, di bassissima qualità. Questo aggrava ulteriormente le cose. Attenzione: non sono qui a dire che il lavoro europeo va difeso con lo strumento poco intelligente dell’innalzamento di insormontabili barriere doganali…dico solo che se combattessimo ad armi pari i prodotti Europei sarebbero molto più competitivi in particolare perché la loro superiore qualità li farebbe preferire nonostante i prezzi un po’ più alti. Purtroppo c’è troppa disinvoltura, ad esempio, quanto a certificazione CE dei prodotti Cinesi e se le Autorità europee, invece di disquisire sui Crocifissi, dessero un’occhiata a quelle certificazioni con piroetta e triplo carpiato e alle relative importazioni, le cose si rimetterebbero a posto da sole. Non avete forse visto cos’è successo coi botti??? Tonnellate di botti fuorilegge arrivano ogni anno in Italia e quindi è ovvio che dietro c’è la mano della delinquenza organizzata per cui se importano illegalmente i botti, figuratevi cosa fanno gli altri giorni dell’anno!

    Ma tanto chejefrega ai burocrati di Bruxelles se i lavoratori europei perdono il posto? Loro si godono stipendi da nababbi e neanche sanno cosa guadagna e cosa spende per vivere l’europeo medio. O no, signori burocrati???
    Basta, chiudo qui perché mi bolle il sangue a parlare di quei nuovi mandarini dei quali parleremo presto su questo blog; per ora vi consiglio la lettura del libro “L’Unione fa la Truffa” di Mario Giordano, ex Direttore Responsabile de Il Giornale. Preparate gli antiacidi perché vi verrà mal di stomaco! Ciao.
    Ettore

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